Bene Storico
Sicilia
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Le nostre valutazioni di accessibilità del bene
Orari:
Visite guidate tutti i giorni, dal Lunedì alla domenica, dalle 9:00 alle 17:00
Per info: 095.7102767 | 3349242464 |
www.monasterodeibenedettini.it
Biglietteria:
ingresso gratuito
Recapiti:
Compatibilmente con le attività che si svolgono all'interno dell' istituto universitario, è possibile visitarne una parte che consente, comunque, di farsi un'idea della grandiosità e della magnificenza dell'insieme.
Dall' ingresso di piazza Dante, con rampa e gradino di lieve entità, si attraversa il grande arco, che si apre sul cortile centrale. Per accedere all'edificio bisogna percorrere circa 50 metri, raggiungendo la scalinata esterna, la quale presenta, sulla destra, una rampa dai gradini classici, sulla sinistra gradini con alzata meno importante. All'interno l'edificio è caratterizzato da lunghi ed ampi corridoi; i piani sono collegati, oltre che dal blocco scala, anche da un ascensore, situato nella zona laterale dell'edificio.
Un ingresso secondario, a quota del piano terra, è raggiungibile percorrendo il maciapiede che costeggia la facciata lunga dell'edificio. Alla fine del percorso si apre sulla destra un varco, con rampa e dal quale si accede all'ascensore.
All'interno del monastero si possono visitare: i lunghi corridoi (dai quali è possibile ammirare i chiostri), il grande refettorio e le celle dei religiosi, riadattate ad aule e sale professori.
Informazioni turistiche
Il monastero benedettino di San Nicolò l'Arena è ritenuto uno dei complessi architettonici più interessanti del meridione, tanto da meritare per l'Unesco il diritto di far parte della lista del Patrimonio mondiale dell'umanità. Esso contiene infatti una complicata articolazione di livelli storici, dalla domus romana al tardo barocco settecentesco, dalle architetture medievali agli interventi contemporanei di Giancarlo De Carlo.
Il monastero di San Nicolò l'Arena, anche se incompleto, è per grandezza, inferiore solo a quello di Mafra in Portogallo. Per le sue ricchezze, per gli stretti legami con la nobiltà catanese, ma anche per la sua attività culturale, ebbe un ruolo rilevante, soprattutto nel '700. Ammirato dai viaggiatori, che ne ricordano l'ospitalità, le raccolte librarie e il fasto dei monaci, dominava e condizionava la vita civile e religiosa della città. De Roberto, ne "I Viceré", non si mostrò certo indulgente verso quanto accadeva dentro i chiostri del monastero che, "immenso, sontuoso, era agguagliato ai palazzi reali, a segno che c'erano le catene distese dinanzi al portone". I monaci vi abitarono sino al 1866; tre anni dopo esso venne assegnato al Comune e ospitò una caserma militare e vari istituti, ed ebbe così inizio un lungo periodo di guasti e di abbandono. Dal 1977 il Monastero è stato donato al Comune di Catania all'Ateneo della città, che a sua volta lo ha affidato alla Facoltà di Lettere e Filosofia perché questa ne facesse la propria sede; al contempo la Facoltà si è assunta l'onere della gestione dell'edificio, intraprendendo un percorso di recupero e di manutenzione straordinari
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